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SEO e UX: 4 Best Practice per il Ranking strategico del tuo sito web

SEO e UX sono due sigle in cui ti sarai sicuramente imbattuto se lavori nel mondo digital, ma sei sicuro di conoscerle a fondo?

Queste due discipline permettono di ottimizzare il proprio sito web e raggiungere un ranking strategico, determinando il successo della propria strategia sui canali digitali.

Ma in che modo SEO e UX lavorano in sinergia? Leggi questa guida per scoprirlo!

 

SEO e UX: cosa significano queste sigle?

SEO sta per Search Engine Optimization, e ha il compito di intercettare i bisogni degli utenti su Google, indicizzando i contenuti digitali in modo che compaiano a seguito delle ricerche rilevanti.

La SEO si ricollega all’Inbound Marketing, una metodologia di business che serve ad attirare clienti attraverso la creazione di contenuti di valore e in linea con quelli che sono gli intenti di ricerca dell’utente.

La UX invece (User Experience) si occupa dell’esperienza che gli utenti hanno su un sito web, lavorando sul web design per rendendolo rapido, intuitivo e facilmente navigabile. L’organizzazione dei contenuti in modo che siano fruibili e chiari si chiama architettura informativa.

Questi due mondi hanno più punti di contatto di quello che si potrebbe pensare. Sono determinanti l’uno per l’altro e imprescindibili, e non è possibile intervenire su uno senza prendere in considerazione l’altro.

Il ranking di un sito, infatti, dipende sia da quanto è indicizzato (quindi, da quanto è in linea con i bisogni dell’utente e con i parametri di Google) che dalla qualità dell’esperienza di navigazione che offre all’utente.

Vediamo quindi come Google valuta i contenuti digitali.

 

I Core Web Vitals, ovvero comprendere Google

Google dispone di sofisticati algoritmi in grado di comprendere l’intenzione degli utenti nel momento in cui effettuano una ricerca – i cosiddetti intenti di ricerca – in modo da assecondare e soddisfare le richieste.

Questi algoritmi però non sono fissi, ma cambiano continuamente; a inizio 2021 è stato rilasciato un importante aggiornamento basato sui Core Web Vitals, ovvero indicatori che tracciano la capacità di un sito web o ecommerce di soddisfare gli utenti.

Uno degli elementi più importanti per il ranking è il tempo di caricamento, o pagespeed, in quanto tempi di caricamento lunghi producono frequenze di rimbalzo elevate.

Il pagespeed ottimale è di 2 secondi.

Ma per migliorare la performance del proprio sito è necessario prestare attenzione a indicatori più complessi.

I Core Web Vitals si riferiscono a velocità di caricamento, reattività e possibilità di fruizione su tutti i dispositivi digitale: vediamoli più nel dettaglio.

 

  • Largest Contentful Paint (LCP):

    Tempo impiegato per visualizzare l’elemento di contenuti di maggiori dimensioni nell’area visibile dal momento in cui l’utente richiede l’URL.

    Solitamente si tratta di un’immagine o un video oppure di un elemento di testo di grandi dimensioni a livello di blocco.

 

  • First Input Delay (FID):

    Tempo trascorso tra la prima interazione di un utente con una pagina (tramite click su un link, su una CTA, eccetera) e il momento in cui il browser risponde effettivamente all’interazione.

    Questa misura diventa particolarmente importante per le pagine interattive e che richiedono un’azione da parte dell’utente.

 

  • Cumulative Layout Shift (CLS):

    Somma totale di tutti i singoli punteggi di variazione del layout per ogni variazione imprevista. Un punteggio di zero indica nessuna variazione, mentre più alto è il numero, più significativa è la variazione del layout nella pagina.

    Questo dato è importante perché la variazione degli elementi delle pagine mentre un utente sta cercando di interagire rende difficoltosa e spiacevole l’esperienza.

Ottimizzare i giusti elementi sul proprio sito consente di fornire un’esperienza utente molto positiva, fattore che Google tende a premiare.

 

I punti d’incontro tra SEO e UX: 4 best practice

Se vuoi comparire tra i primi risultati di ricerca e farti trovare dagli utenti interessati, è fondamentale che la tua strategia di marketing digitale tenga in considerazione la SEO e la UX.

Vediamo 4 best practice che fondono questi due strumenti e influenzano direttamente il ranking:

 

Comprensione della target audience:

Definire in modo chiaro ed esaustivo il target è molto importante per comprendere se i nostri contenuti risponderanno agli intenti di ricerca.

L’obiettivo è quindi intercettare gli utenti e portarli a contenuti che soddisfino il loro search intent e le query di ricerca.

La SEO si preoccupa che l’utente trovi i nostri contenuti, mentre la UX lo trattiene per più tempo possibile sul sito.

 

Ricerca delle parole chiave:

Se il sito web non è ottimizzato nel giusto modo e non contiene le keywords di riferimento ci sono pochissime possibilità che riceva punteggi ranking e si posizioni bene sulla SERP di Google.

Una volta identificate le parole chiave, inseriscile nei tuoi testi e evidenziale con grassetti, in modo da facilitare la lettura.

 

Architettura del sito:

Una buona architettura è fondamentale per facilitare Google nell’indicizzazione.

Noi ti consigliamo di semplificare il layout e la struttura del sito e organizzare in modo ottimale pagine e collegamenti: l’utente deve essere in grado di muoversi senza difficoltà e trovare subito ciò che cerca. In particolare il link building è molto apprezzato sia dai motori di ricerca che dagli utenti.

 

Design responsiveness:

Ancora una volta l’attenzione a tutti i dispositivi digitali è nevralgica.

Secondo Audiweb, l’85,2% della popolazione utilizza i propri dispositivi mobili per accedere al web. È dunque evidente l’importanza di migliorare la leggibilità dei nostri contenuti adattandoli a tutti i devices, ottimizzando la lunghezza dei testi, le dimensioni delle immagini e i tempi di risposta.

 

Lavorare insieme per creare valore

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